mercoledì 6 novembre 2013

Seven Kids of Mengaroni: Mission to Poland


This is an article written by one of our students who took part in the mobility to Poland.
It was published in "PUZZLE"  the school magazine of Pesaro’s schools. A part of it was translated for our partners from abroad.
 
…So we left the hotel and in the parking we immediately saw a group of girls and a boy who greeted us, they had a thoughtful look and curiosity towards us , everyone showed up and immediately started fooling around as if we were old friends who reunite after a long time, there was at once a feeling between us and I felt very comfortable with them. There's the stereotype that people of northern or eastern Europe are not very friendly, it is said that they are a bit “cold” ... it is totally false, as soon as I entered the house of the Polish family all were interested in me, in my life in Italy, my family. I realized that people are very friendly and helpful, with a very open mind in comparison with many Italians.
During  the week we all went to school with them then we had free time in the afternoon and our friends were organized to take us to see a different place every time so we had the opportunity to spend some  time together and know the daily reality of the guys in Poland...Their art school was like a dream, there was really creative atmosphere along the corridors full of large paintings all made by the students, in the laboratories everyone could show his/her personality as they are left free to express themselves in the easiest possible way with very intelligent manual works, a particularity that I think we are losing in Italy because of cuts and laws that are detrimental to the education of the students. Then the same guys were proud of their creations produced during the year, many of these were exposed, it was not simply the fact that they get a good grade but they can be completely absorbed in the subject. We are all closely bonded to these guys, they are very smart and know how to stay in the world and in school, we were sorry to go away from them but we keep in touch on facebook and we are working  to host them in the best way in March in our Pesaro.  It was very instructive to see how they live the school, school is the future of all of us and it should be better than it currently is. I tried to understand the good things and the bad things so that, once back in Italy, I could do something  to improve our school situation. We are the ones who stay  there every day for nine months, we are the essence of school because without us it  would just be a nice building with no soul, we must revive the desire to be together, the interest to produce useful things  and special ones , staying in school should not be seen as a waste of time or a simple matter of learning but as a part of ourselves…
 
Dalila Montebelli
7 ragazzi del Mengaroni: missione Polonia
In questi ultimi anni si sta sempre più diffondendo il fenomeno del “gemellaggio” all’estero attuato dagli studenti di tutto il mondo. Questo consiste nel soggiornare con delle famiglie nella loro casa … Significa capire le loro abitudini e loro i ritmi quotidiani, non solo, i cibi che consumano e il modo di essere e di fare fra la gente del paese dove si va a stare per un breve o lungo periodo che sia. Io personalmente, quest’anno nel periodo di settembre, sono stata per una settimana a Tarnowskie Gory in Polonia, una piccola cittadina vicino Cracovia. Non ero da sola, insieme a me c’erano sei miei coetanei di quarta scelti tutti in base al comportamento, alla mentalità e alla propria abilità nel disegno e nel proprio indirizzo scolastico in quanto ognuno di noi aveva l’incarico di presentare il liceo artistico Mengaroni nel progetto Comenius che coinvolge altri paesi. Spagna, Polonia, Turchia e Italia. Fra di noi c’erano: Francesca Antolini, Vittoria Tontini, Giulio Galli e Stefano Tamburni della sezione di Grafica; Vittoria Magi della sezione di Design e infine Erica Grottoli e Dalila Montebelli ( io) della sezione di moda, più i nostri professori che ci hanno accompagnato Roberta Cappelletti di inglese, Cinzia Paccaroni di progettazione moda, Isabella Galeazzi di Grafica, Alberto sacco vicepreside e il nostro preside Francesco Leoni. Così la nostra avventura iniziò alle ore 15 del 21 settembre 2013,  siamo partiti tutti insieme da Pesaro per l’aeroporto di Bergamo Orio al Serio già sapendo di aver ben cinque ore di viaggio da fare. Così ognuno ha salutato ,con già un po’ di nostalgia nel tono di voce, i nostri genitori e qualche ragazza il proprio fidanzato e così ci addentrammo nel pulmino. Non mi dilungo nel viaggio, è andato tutto bene ma la cosa importante è che abbiamo avuto del tempo per conoscerci meglio fra di noi prima era un amicizia più superficiale solo fra i corridoi della ricreazione è difficile fare amicizia essendo in classi diverse . Saltiamo al giorno dopo in cui ognuno di noi ha conosciuto il proprio ospitante polacco, avevamo tutti un po’ paura non sapevamo cosa e chi aspettarci. Nei mesi prima tutti ci eravamo preoccupati di contattarli o su facebook o per mail ma è molto diverso avere davanti una persona estranea con cui comunicare solo in inglese. Quindi uscimmo dall’hotel e nel parcheggio abbiamo visto subito un gruppo di ragazze e un ragazzo che ci hanno salutano e ci sono venuti incontro, avevano uno sguardo premuroso e di curiosità verso di noi, ognuno si presentò e iniziammo subito a scherzare come se fossimo vecchi amici che si rincontrano dopo tanto tempo, si stabilì subito un feeling fra di noi e io mi sentivo molto bene insieme a loro … Così abbiamo girato per Cracovia fra musei e guide musei e guide musei e guide, nessuno ne poteva più e intanto si era fatta l’ora di andare a casa. C’è lo stereotipo che le persone dell’est o del nord europa non siano molto accoglienti, si dice che abbiano un modo di fare molto freddo .. è totalmente falso, appena entrai in casa della famiglia polacca tutti si interessarono a me, alla mia vita in Italia, alla mia famiglia. Capii che sono persone molto cordiali e disponibili con una mente molto elastica al contrario di molti italiani. Nella settimana siamo andati tutti li a scuola insieme ai ragazzi quindi poi avevamo il pomeriggio libero e loro in modo disinvolto si organizzavano fra di loro per potarci ogni volta a vedere un posto diverso così avevamo l’occasione di  passare del tempo insieme fra di noi e conoscere quella che è la realtà quotidiana dei ragazzi in Polonia. Parlando della scuola ,loro hanno otto ore fra mattino e pomeriggio con la pausa pranzo e due ricreazioni ma hanno le ore da quarantacinque minuti . Non vanno al sabato e hanno il doppio delle nostre materie perché non scelgono un solo indirizzo ma li fanno tutti fino alla fine della scuola, in più hanno materie come pittura all’aria aperta, storia della polonia e altre. Il loro liceo artistico sembrava un sogno, c’era proprio quell’atmosfera creativa per i corridoi che erano pieni di quadri grandissimi fatti tutti dagli studenti di quell’anno o lo scorso, nei laboratori ognuno riusciva a tirar fuori la sua personalità in quanto li lasciano liberi di esprimere ed esprimersi nel più facile dei modi con lavori molto intelligenti e di carattere manuale ,  particolarità che secondo me stiamo perdendo in Italia a causa di tagli e leggi che vanno a discapito della formazione scolastica degli studenti. Poi gli stessi ragazzi erano orgogliosi delle proprie creazioni prodotte durante l’anno, molte di queste erano esposte, non era semplicemente il fatto di prendere un buon voto ma di buttarsi completamente nella materia. Noi tutti ci siamo legati in modo davvero resistente a questi ragazzi, sono persone molto intelligenti e sanno come si fa a stare nel mondo e nella scuola, ci è dispiaciuto andare via da li ma cerchiamo di tenerci in contatto su face book per accoglierli nel miglior modo a marzo nella nostra Pesaro! È stato molto d’insegnamento vedere come loro vivono la scuola, è il futuro di tutti noi ed è bene che sia migliore. Ho cercato di capire le cose positive e le cose negative per poi, una volta tornata in Italia, migliorare la nostra di realtà scolastica. Siamo noi che dobbiamo starci tutti i giorni per nove mesi di seguito , siamo noi l’essenza della scuola perché senza ragazzi sarebbe solo un bel palazzo privo di anima,  deve tornare il desiderio di stare insieme, l’interesse di produrre cose utili e che siano particolari, lo stare a scuola non deve essere più visto come una perdita di tempo e un semplice motivo di studio ma come parte di se stessi. Ognuno deve essere fiero di chi è e di cosa vuole dire attraverso la sua arte e questa cosa deve incominciare a essere premiata, basta parole!
Dalila Montebelli

1 commento:

  1. Thank you very much :-)
    It was a wonderful experience for all of us too

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